Ecco i paradossi della nuova riforma del codice della strada. Quando parlavo di incostituzionalità della norma non intendevo difendere chi guida in stato di incapacità psicofisica – che, per carità, non merita di essere tutelato se non rispetta la vita altrui – ma di chi, pur non essendo pericoloso, è costretto a restare a piedi o, peggio, a soffrire pur di curarsi. Questo tavolo tecnico promesso dal Ministro Salvini sulla deroga è scomparso nell’ombra o non avverte l’urgenza di storie come quella di Sabrina che qui racconto.
In ogni caso, quand’anche si modifichi il codice della strada con un esonero per chi fa uso di cannabinoidi per scopi terapeutici, non si toglie il problema dell’incostituzionalità della norma: norma che tratterebbe in modo diverso persone perfettamente lucide e capaci.
Non mettiamoci i paraocchi, non ragioniamo per colori di bandiere: ragioniamo con la nostra testa e in senso critico. La norma è scritta male. Punto. Va rifatta. E ci vorrebbe un po’ di umiltà in chi l’ha ideata di riconoscere di aver sbagliato.
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